Progetto di riqualificazione area ex carcere minorile di Pesaro
Il progetto riguarda un concorso indetto dal Comune di Pesaro, circa la riqualificazione di un brano di città.
Il nostro “luogo”, la nostra architettura, è scaturita da due percezioni. Da una parte, la realtà fisica dell’ambiente che ha creato il “pieno”, il costruito, gli edifici; dall’altra una forma di complessità urbana che è stata pensata, progettata, organizzata ed attrezzata attraverso un approccio astratto che si sostanzia nell’articolazione dei vuoti.
Il progetto architettonico
Siamo partiti allora andando ad identificare una serie di “episodi” architettonici e non, che con la nostra progettazione potessero rientrare all’interno dell’idea di base: il sentiero d’acqua che traccia un legame tra il vecchio e il nuovo; l’ingresso al parco che, in contrapposizione al corso alberato di viale Fiume, avviene attraverso una piazza alberata “sospesa”; gli edifici le cui facciate richiamano il design “navale” o le cui schermature sono immagini dai pixel enormemente ingranditi; il ponte sul parco; i tetti delle residenze che diventano giardino o spazi attrezzati; la piazza pavimentata che si “innalza” a coprire un bar e si propone come rampa verso il ponte sospeso; un percorso che tiene conto del suo intorno e schernisce la simmetria seguendo un disegno derivante da ciò che di nuovo viene costruito; le varie pavimentazioni che creano giochi cromatici e materici; la zona campi da gioco che viene portata ad una quota inferiore rispetto al piano strada per dare la possibilità di creare gradinate e affacci senza impedire una lettura complessiva del “luogo”; i piccoli volumi a servizio del parco pensati come grandi composizioni di giochi infantili; il fabbricato dell’ex chiesa che, pur recuperato e mantenuto nelle sue linee principali, viene coinvolto nel percorso del luogo, svuotato e sezionato per diventare “trasparente”, per esaltare come una lente di ingrandimento il chiostro del convento dell’ex chiesa stessa e fare da filtro per tutto ciò che “accade” al di là.
Tutto l’insieme è “composto” e “ordinato” attraverso il filo conduttore del “vuoto”, ampi “cannocchiali”, coni visivi che lasciano percepire tutto l’insieme progettato.